Il libro d’Arte e il Facsimile rappresentano un’impresa culturale che si ispira alle più antiche tradizioni, offrendo un nuovo modo di investire in cultura e trasformando il museo in una biblioteca d’avanguardia.
Il Museo di Arte Povera ospita una rara e ricca collezione di opere riprodotte in facsimile, fedeli copie degli originali. Queste riproduzioni magistrali permettono a tutti, non solo a studiosi e ricercatori, di fruire di un patrimonio altrimenti difficilmente accessibile. I preziosi manoscritti originali, conservati in biblioteche e archivi di tutto il mondo, sono solitamente custoditi in teche e casseforti blindate per motivi di sicurezza e conservazione. Il museo si propone di creare una biblioteca d’avanguardia dove questi manoscritti riprodotti possano essere studiati, ammirati e consultati da tutti.
Questo percorso rende la bellezza accessibile a tutti, esaltando non solo l’arte e la maestria del passato, ma anche la tradizione artistica e artigianale italiana. Le aziende che realizzano queste riproduzioni fedeli di opere inestimabili superano complesse burocrazie e lunghi tempi di attesa per mantenere viva questa tradizione.
La collezione del museo rappresenta lo splendore artistico dal 200 d.C. fino al 1650 circa, includendo manoscritti e corali commissionati da antichi monasteri e papi, breviari realizzati per grandi mecenati, e opere di illustri artisti e miniatori delle più importanti corti italiane. La collezione comprende anche salteri, libri d’ore, messali ed erbari, rendendo accessibile un patrimonio culturale normalmente inaccessibile.
Tra gli esemplari più notevoli troviamo il papiro Beati Petri Apostoli Epistulae del 200 d.C., contenente lettere di San Paolo Apostolo, il Codex Purpureus Rossanensis del VI secolo, il Libro di Kells dell’800 circa, l’Evangeliario di Lorsch dell’810 circa, il Salterio di San Ruperto della fine del IX secolo, il Codice di Medicina e Farmacia di Federico II del XIII secolo, l’Historia Plantarum della fine del 1300 attribuito alla scuola di Giovannino de Grassi, il Salterio De Lisle della prima metà del 1300, e la Bibbia di Borso d’Este della metà del 1400, miniata da Taddeo Crivelli e Franco dei Russi.
Il Codice Resta rappresenta il simbolo tangibile dell’ideale che accomuna l’intellettuale del 1700 con il percorso del Museo di Arte Povera. Antonio Resta raccolse disegni originali, bozzetti, studi e miniature dei più grandi artisti in un volume che chiamò “Galleria portatile”. Questo vero e proprio museo itinerante offre un’antologia di disegni che coprono l’intero arco dell’arte italiana da Giotto fino ai suoi giorni, rappresentando le scuole Fiorentina antica, Romana antica e moderna.